Per tanti anni è stata per me un cruccio: sbucando da una curva su questa trada che percorriamo spesso, me la vedevo davanti all’improvviso bella e austera nella sua splendida pietra bianca ma… CHIUSA!
Davvero Sant’Emiliano in Congiuntoli è una visione affascinante, posta come è in una valletta stretta, su un piccolo sperone di roccia alla confluenza (congiuntoli vuol dire questo) di due torrenti. Attorno è tutto verde di boschi e le strade che qui si incrociano a formare un trivio – luogo magico per eccellenza – sono piuttosto silenziose. Il confine fra Marche e Umbria passa proprio davanti alla porta dell’abbazia come si vede sulla mappa.
Insomma è un luogo suggestivo, ma fonte di frustrazione: chissà dentro che bellezza, ma proibita. Poi, di recente, è accaduto il miracolo: Sant’Emiliano aveva il portone APERTO!
Il miracolo è dovuto alla passione e alla generosità di una persona, Alessandro Simonelli, che volontariamente mette a disposizione il proprio tempo per aprire e accompagnare i visitatori e che si adopera perchè il luogo venga valorizzato.
Nella lunghissima storia di Sant’Emiliano (e San Bartolomeo) si sono avvicendati tempi gloriosi e di degrado. Sorse nel X° secolo, insomma prima del mille e già nel 1143 fu ristrutturata da Celestino II°
I costruttori e anche i restauratori dovevano avere idee originali a proposito dell’architettura infatti non c’è niente di simmetrico in questa costruzione, che tuttavia anche all’interno suggerisce reverenza e raccoglimento, anche grazie alle pareti altissime e scabre, con rare aperture e di tipo gotico, quindi strette e poco luminose.
I numerosi rimaneggiamenti rendono difficile capire le vicende successive che hanno fatto sì che l’ingresso sia in una piccola porta laterale, mentre in facciata una piccola scala conduce ad un alloggio privato. Ma niente paura: Alessandro Simonelli, che sa, lo racconta a chi ha desiderio di saperlo. E’ lui una delle sorprese belle di Sant’Emiliano che tuttavia ha ancora un’altra bella storia da raccontarci.
Le pareti, che ora sono nude, fino all’inizio del 1900 mostravano un affresco imponente e anche molto bello che fu staccato e portato a Fabriano per salvarlo dal degrado ormai imminente. Ora un gruppo di volontari, capeggiato ovviamente dal grande Simonelli, ha fatto preparare una copia perfetta dell’affresco che con una piccola cerimonia è stato inaugurato questo inverno: una vera magia! Anche se non è quello vero tuttavia colori, dimensioni, forme uguali riescono a illuminare la parete su cui è posto e aiutano a ricostruire la magia che doveva scaturire nella chiesa di Sant’Emiliano nei suoi giorni migliori.
Ma di storie da raccontare Sant’Emiliano ne ha ancora e le tiene nascoste: sul muro esterno che si affaccia sul torrente Rio Freddo e che di solito è nascosto dalla vegetazione (adesso è inverno e la foto è stata possibile per questo) ecco una pietra molto bella, affiancata da due decori chiaramente di recupero.
La pietra ha una simbologia complessa e questo ovviamente ha scatenato i soliti cacciatori di siti templari… è una croce templare? Quelle rosette che si vedono anche sulle due finestre laterali sono le rosette templari? L’unica cosa evidente è la data ripetuta due volte: 1286 Sì, sì certamente una via templare passava di qui…. ci sarà nascosto il tesoro dei templari…
Pare di no, studiosi serii dicono altro, raccontano della devozione di una coppia che donò le finestre medesime… ma in ogni caso Sant’Emiliano bella, austera, suggestiva, misteriosa aspetta che si vada a vederla e ad ascoltare la sua storia dalle labbra di chi questa bellezza ha deciso di servire con generosità e passione.
Devo la maggior parte delle foto, le più belle alle pagine di Alessandro Simonelli e dell’Abbazia di Sant’Emiliano in Congiuntoli su facebook. Sulle stesse pagine tutte le informazioni sugli orari di visita.
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