L’avevamo incontrata per caso una volta nel nostro abituale zigzagare per strade secondarie e poi l’avevamo persa anche se non del tutto dimenticata. Poi, siccome sul web c’è tutto, ancora per caso l’abbiamo ri-incontrata. Ci andiamo subito, non si sa mai.

la piana di Chiavano con il piccolo abitato di S.Silvestro

ricostruzione del tempio italico
Sui monti fra Umbria e Lazio, fra Cascia e il Terminillo, in un succedersi di prati e boschi su un pianoro intorno ai mille metri ecco una freccina turistica gialla, arrugginita e acciaccata: tempio italico. Eccola.

il tempio e le stalle
Il posto è davvero speciale: poche case su per il pendìo, una enorme stalla dalla quale si levano rumorosissimi belati, qualche cane da pastore sdraiato al sole, pungente odore di stallatico, cumuli di tronchi pronti per il taglio e in mezzo a questo paesaggio silvo-pastorale un recinto che circonda un fossato di scavo dal quale si leva, magnifico nella sua antica perfezione, un podio di pietra, modanato con i suoi toro, ovoli, gole, perfetto, completo, mancano solo i gradini della scalinata per salire al tempio… non manca neppure il tempio che nel frattempo è diventata una chiesa.
Qualche rocco di colonna, qualche capitello che sono poi gli indizi che spinsero a scavare e a scoprire che sotto alla chiesetta poco interessante c’era questo splendido podio, testimonianza di un tempio davvero antico, probabilmente del 290 a. C. quando i romani cominciarono a dilagare verso l’Adriatico, conquistando e poi romanizzando tutte le terre che attraversavano.
Su questi Appennini centrali vivevano pastori, allevatori, legnaiuoli,artigiani della pelle e della lana, forgiatori di attrezzi… gente che viveva in piccoli villaggi sparsi. Per i Romani non era pensabile non avere un centro per controllare l’economia, amministrare la giustizia, diffondere le leggi… e tutto questo sotto la protezione e la benevola presenza degli dei ed ecco nascere qui in mezzo al niente, ma in un luogo facile da raggiungere attraverso molti diversi percorsi e tratturi, ecco nascere il tempio di cui vediamo ancora perfettamente conservato il podio di pietra che il tempo ha vellutato di muschio e sul quale sorgeva il tempio con un portico colonnato.
Ben presto, pare in epoca longobarda, nacque la chiesa esattamente sopra alla cella del tempio riuscendo così a preservare al massimo la testimonianza del passato.
Gli scavi hanno fatto cambiare verso alla chiesa la cui porta principale è rimasta sospesa.
Qualcosa dunque è cambiato, ma non tanto. Erano pastori e pecorai: anche adesso. Vivevano della montagna, del bosco, del legname: anche adesso. L’aria odora di sterco e di legna bruciata e si odono soltanto belati e qualche cane che abbaia:come allora.
Insomma un posto modesto e appartato, dove però è facile immergersi nella realtà del passato al cospetto di un luogo che da sempre è destinato al culto, al sacro, al lavoro dell’uomo.
Anche questa gallina si sente a suo agio per niente intimidita dai “secoli” che la guardano dall’alto del podio

i preziosi reperti che hanno segnalato la presenza del tempio
devo alcune foto e notizie al sempre interessante Silvio Sorcini e il suo “I luoghi del silenzio”
https://www.iluoghidelsilenzio.it/tempio-italico-e-chiesa-di-san-silvestro-villa-san-silvestro-di-cascia-pg/
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