Sono tornata più di sessanta anni dopo, con grande emozione devo confessare. Per me era l’icona della mia infanzia: si passava di lì vicino per andare al mare, per andare dovunque dato che si trovava proprio sul valico dal quale la strada poi scendeva verso la valle del Marecchia, verso la casa dei nonni a Santarcangelo, verso la casa al mare a Rimini, verso il mondo tutto…
“Il Santuario sorge isolato su un altopiano tra il Monte Ercole e S.Agata sull’antico percorso della strada che da Sarsina per S.Agata portava a Perticara e Rimini.
Anticamente nel luogo sorgeva una Celletta dedicata alla Vergine, ed era detta la località “Serra della Sconfitta”, perché qui gli agatensi avrebbero, col soccorso della Vergine, ricacciato e sconfitto un esercito di invasori.
Da qui anche il nome “Madonna del Soccorso”.
Venne edificato agli inizi del XVI secolo (1520) in stile romanico.
L’interno a navata unica, mostra la peculiarità della travatura scoperta, e dentro una bella ancona dorata, è incollata una pala d’altare raffigurante il miracolo della Vergine del Soccorso che sottrae un bambino al demonio chiamato da una madre imprudente.
Alla Madonna del Soccorso è attribuito inoltre un terzo miracolo: un amante geloso sparò alla sua donna in pieno petto forandole il corsetto di velluto, ma la donna, invocando la Vergine del Soccorso, rimase illesa. All’interno della Chiesetta è tuttora in mostra il corsetto con il foro della pallottola.”
Siamo tornati poco tempo fa, in cerca dei paesaggi dell’infanzia e vista da vicino e non con gli occhi del ricordo è una costruzione severa, di pietra rozzamente tagliata, con una facciata cinquecentesca, un portichetto e un architrave di arenaria che il tempo e il vento hanno levigato.
Dal tempo della mia foto, quando sorgeva su un rilievo completamente pelato, sono cresciuti gli alberi, quasi un bosco. Durante la guerra il legname era stato razziato senza risparmio.
Di quassù si vede la Romagna, tutta, fino al mare.