Chissà dove porta questa strada… ogni volta che uno di noi due fa questa domanda già sappiamo cosa succederà: “Andiamo a vedere” e si imbocca la strada sconosciuta. È il nostro modo di andare all’avventura, ma “pocolontano”.
Uno di questi giorni che eravamo dalle parti di Rasiglia ci ha portato al Santuario della Madonna delle Grazie… seminascosto nel verde, coperto dalle chiome di alberi antichi, sul greto di un torrente dalle acque che scorrono allegre, veloci e rumorose.
È il fosso Terminara parola che indica un confine, quello fra i territori di Rasiglia e di Verchiano ed è all’origine di una lunga diatriba su chi dovesse tenere la Statua della Madonna che pare essere stata trovata proprio nel fosso…
Quelli di Rasiglia volevano costruire una chiesa, quelli di Verchiano anche, ma dalla loro parte del confine… questi ultimi trafugarono la statua che,però, come spesso succedeva a quei tempi quando le madonne si facevano rispettare, il giorno dopo fu ritrovata sul ponte del fosso… Di nuovo quelli di Verchiano ci provarono questa volta con un carro trainato da buoi che però nonostante le sferzate non si mossero…anche questo una volta succedeva spesso… altri tempi! Ormai i segni della volontà divina erano stati abbastanza chiari e così il santuario fu costruito proprio a filo del fosso, ma sul lato destro, quello di Rasiglia.
La madonna forse per farsi perdonare i capricci che aveva fatto fu prodiga di favori e di grazie così ne prese il nome. Gli ex voto bellissimi che coprono l’abside certificano che è stata generosa con tanti e in tante situazioni.
L’atto di fondazione porta la data del 1450 ma la costruzione ha subito numerosi rifacimenti fino a tempi recenti.
È comunque molto suggestiva questa costruzione affogata nel verde, circondata su due lati da un portico dove pare si tenesse mercato.
L’architettura è semplice ma con delle suggestioni: vicino all’ingresso si trova la finestra “del viandante”, così chiamata per chi rivolge uno sguardo ed una preghiera alla Madonna quando il santuario è chiuso (con a fianco la buca delle elemosine…).
All’interno le pareti sono coperte di affreschi spesso ingenui e rozzi ma non sempre: sono, come al solito, numerosissime “madonne” (su una parete in pochi metri ne ho contate otto) offerte da differenti donatori, ognuno la sua… e poi il S.Sebastiano della peste, il gigantesco S.Cristoforo dei pellegrini e dei viandanti, il S.Antonio con i maialetti… e anche Amico, protettore delle ernie dei bambini e dei legnaiuoli
l’immagine del mulo carico “come un mulo” di legna ai piedi del Santo
ma uno degli affreschi è originale e unico sia per fattura che per il significato. È l’Angelo della pace, un Angelo che protegge due guerrieri che si abbracciano; questo affresco è attribuito a Bartolomeo di Tommaso, maestro dell’Alunno. Comunque per il suo significato è davvero ammirevole.
Dalla storia remota di questo luogo c’è ancora una testimonianza: il santuario terapeutico. L’acqua che scorre sotto la volta del ponte del torrente (là dove fu trovata secondo la leggenda la statua della madonna) non poteva che essere benefica… come negli antichi santuari la gente va a prenderla per averne beneficio…
Di pace, quell’altra, quella che significa silenzio e tranquillità qui ce n’è tanta; in questa calda giornata d’estate sotto l’ombra gigantesca di una quercia secolare (che continua a voler restare almeno un po’ fuori dall’inquadratura), con il sussurro del fosso che scorre veloce non è facile decidersi a tirarsi su e ripartire, magari verso un’altra strada che dobbiamo vedere dove porta…
Devo alcune foto alla gentilezza e alla generosità di Silvio Sorcini prese dal suo bellissimo e ricchissimo sito http://www.iluoghidelsilenzio.it/