Un vascello di pietra… con questa immagine è descritta Piobbico in un opuscolo turistico: in effetti la piccola parte storica è costituita dalla rocca in cima ad uno sperone di roccia e da poche case accocolate ai suoi piedi. Il tutto alla confluenza di due fiumi e l’immagine di veliero in fondo ci sta.
Certo però il mare è lontano: siamo proprio alle falde del Monte Nerone in mezzo a valli verdissime e petrose, ma se ci aspettiamo un modesto paesino di montagna questo piccolo borgo ci sorprenderà .
Per entrare nella parte storica si deve attraversare un ponte che scavalca il Candigliano alla confluenza con il Biscubio, acque che hanno fatto la fortuna di questo borgo ma anche dei disastri a dar retta alle targhe che raccontano le sue passate alluvioni e si fatica a crederci guardandolo oggi nella sua modestissima portata.
Due porte danno accesso alla parte antica e alle stradine che, curatissime, fiorite e, ahimè, molto ripide, danno accesso alla sommità dove si dispiega, enorme al confronto, la Rocca.
Lungo la strada molti i palazzi con archi di bella pietra (che nella zona a dire il vero non manca) scolpita, portali ogivali e anche rinascimentali che raccontano una storia non irrilevante.
La porta di levante si chiama NICOLOSA come dice la pietra con una strana scultura a tre facce: un ragazzo, un uomo barbuto, un anziano
Sul suo significato c’è stato da discutere…
“… I tre volti, oltre a tipizzare le tre età della vita umana (giovinezza, maturità, vecchiaia), vogliono simboleggiare i tre modi o forme del tempo in generale: passato, presente e futuro” (PANOFSKY, 1966, ).
“…la memoria, che ricorda il passato e da esso impara; l’intelligenza, che giudica del presente e agisce in esso; la previsione, che anticipa il futuro e provvede per o contro di esso”
Anche l’iscrizione ha creato qualche problema: forse deriva dalla contrazione di “nihil osa” e poi… “nicolosa” , insomma: non vi azzardate!
Proprio accanto alla porta una pietra angolare ricorda la fondazione della chiesa di San Pietro che è li sopra
Nel paese un po’ dovunque si trova il nome della famiglia che lo possedette per secoli, i Brancaleoni, a cui appartenne il castello che, enorme e in forme rinascimentali, occupa tutta la sommità dello sperone roccioso.
Di castelli e di rocche qui “pocolontano” ce ne sono fortunatamente tanti… ma solo in questo c’è un orologio retrogrado… e cioè che si muove in senso antiorario cosa che per un orologio è praticamente una contraddizione in termini!
E’ l’orologio della torre che sovrasta l’ingresso al castello che porta due quadranti: quello rivolto all’esterno che funziona normalmente e l’altro, rivolto all’interno nel cortile, ha le lancette che si spostano in senso antiorario e le ore che sono segnate all’inverso…
La spiegazione è semplice e anche un po’ modesta. Pare che, non essendo stato ancora inventato il “giunto cardanico” (qualunque cosa sia) e avendo l’orologio un unico meccanismo solo così si poteva avere il movimento su entrambi i fronti.
Ma siccome le cose semplici a molti non sembrano belle abbastanza la stranezza ha fatto fiorire una quantità di ipotesi filosofiche, magiche ed esoteriche, tanto da scriverci anche un libro…
Se dobbiamo proprio aggiungre qualcosa questa è terra di tartufi, di formaggi, di silenzi, di aria buona, di pietre e di storie e di gente civile, che saluta quando ti incontra… quasi da non credere