Bastano poche immagini per raccontare quanto è bella Levanzo, quanto il suo mare sia puro, quanto sia silenziosa e tranquilla la vita qui. Ecco: la vita non si vede nelle fotografie. Non si trova una foto del posto più vivace, ma non bello: il molo che è frequentato non solo perchè di continuo arriva e riparte un battello, ma anche perchè è il solo spazio perfettamente piano che sia più largo di un paio di metri nel paese.
Così qui alla sera si riuniscono i bambini a giocare a pallone. Il pallone chissà come (!) finisce continuamente in acqua e dietro al pallone i calciatori…
Sulle panchine del molo c’è sempre qualcuno che non deve partire, che sta lì a vedere chi arriva e chi parte, ma anche cerca qualcuno con cui chiacchierare, come quel signore che mi ha raccontato di aver smesso di fumare per amore di Levanzo. Fumava più pacchetti al giorno quando si accorse che bastava un piccolo sforzo per fargli venire il fiatone. Disse a se stesso che se voleva restare a Levanzo, dove le salite sono severe e nuotare è vitale, doveva smettere e lo fece. Ricorda perfettamente la data di questa decisione, ormai più di venti anni fa.
A Levanzo non c’è la piazza, per motivi di spazio e di pendenza così il “passeggio” si svolge sulla via che, lastricata e larga come può, attraversa il borgo; qui ci sono il negozio di alimentari e il panettiere che, col pane che arriva ogni mattina da Favignana, confeziona dei deliziosi “pani cunzati” cioè panini conditi di cui ha un ricco menu e chi va alla spiaggia si fornisce così ci farà pranzo. Se si arriva tardi il pane è finito e bisogna aspettare la nave domattina.
E quando scende la notte si apparecchia fuori, sul marciapiede che tanto qui non ci sono macchine e le barche sono ormeggiate lì sotto….
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